di Andrea Incorvaia
Il 16 giugno 2019 ha aperto i battenti uno “spazio” culturale attesissimo da decenni: le Navi Antiche di Pisa, sotto la guida di Andrea Muzzi soprintendente reggente alle Province di Pisa e Livorno. La genesi dell’attuale esposizione ospitante su 4.800 mq circa 800 reperti di svariato tipo, ebbe inizio con lo scavo d’emergenza, datato Dicembre ’98, realizzato in concomitanza alla costruzione di un edificio legato all’ampliamento ferroviario dello scalo secondario di Pisa San Rossore.
Ci sono voluti praticamente vent’anni tra scavo, restauro e allestimento ma il risultato, cercato fortemente da Andrea Camilli, direttore delle Navi antiche di Pisa, ha fin da subito lasciato spazio all’apprezzamento di chi in questi mesi ha attraversato le 8 aree tematiche della mostra permanente. Il contenitore scelto con largo anticipo è quello degli ex Arsenali Medicei, voluti da Cosimo I Granduca di Toscana già a partire dalla metà del XVI secolo, su disegno di Bernardo Buontalenti. La commissione Settis insediatasi nel Marzo ’99 scelse fin da subito come location l’edificio mediceo perché meglio rispettava l’idea museale e museografica che ivi si voleva percorrere. La sfida principale è stata proprio questa: rendere splendido involucro un Patrimonio già di per sé bene culturale, conservando anzitutto il grande corridoio centrale e le vecchie stalle dei reggimenti militari, utilizzate come sezioni delle varie sale espositive. La collezione racconta la storia di Pisa e del suo territorio; a partire dall’ area tematica I, un Museo nel Museo dove viene ampiamente illustrata la “vita” della città della torre, dalla Preistoria sino all’arrivo delle armate longobarde. Le altre aree tematiche presentano invece uno strettissimo legame con lo scavo di Pisa San Rossore: dal territorio (area tematica II), alle alluvioni dove trova posto il calco del “marinaio col suo cane” (area tematica III) alla cantieristica navale (area tematica IV), passando per i commerci con una scenografica “parete delle anfore” (area tematica VI), la navigazione (area tematica VII) e la vita di bordo (area tematica VIII). Menzione a parte merita l’area tematica V, lo spazio espositivo più importante della struttura, quella ospitante la “flotta” pisana.
Trionfa fra tutte la nave C-Alkedo una actuaria del primo quarto del I sec. d.C. affondata da una terribile alluvione accaduta agli albori dell’era cristiana, insieme al carico della nave B anch’esso esposto con diorama e materiale ceramico. Sempre in area tematica V la nave ellenistica, un misto di fasciame e materiale da carico di un relitto affondato 2.200 anni fa e, per quanto riguarda le imbarcazioni da ambiente fluviale, la nave I, traghetto del III secolo d.C. la nave F, una lintres (imbarcazione assimilabile ad una piroga) del II secolo d.C. e dulcis in fundo, la nave D, imbarcazione da trasporto per la sabbia prelevata dal bacino fluviale. Una concezione museale che si apre fortemente alla formazione culturale dei più grandi ma soprattutto dei più piccoli: pannellistica semplice ma dettagliata, didascalie intuitive e un pendant di illustrazioni a tema “fumettistico” che piacciono davvero a tutti. Il percorso espositivo pone l’attenzione su temi legati chiaramente alla modernità; interessante in questo senso l’analisi del fenomeno del dissesto idrogeologico (collegato alla situazione archeologica di San Rossore), declinato sul presente partendo da un’analisi geomorfologica che permette di capire meglio l’attuale “antropocene”.
Non mancano i supporti audiovisivi, a cominciare dal video di presentazione all’ingresso “disegnato” da Andrea Camerini, passando per il video dell’Istituto Luce trasmesso nell’area tematica V illustrante l’attività dei renaioli d’Arno (con imbarcazioni del tutto simili alla Nave D), finendo con uno scenografico planetario e un pannello delle rotte palesemente mutuato dalla pannellistica elettronica delle nostre stazioni e dei nostri aeroporti.
La chiusura al pubblico in ottemperanza al DPCM 8 marzo 2020, ha permesso di sviluppare un vasto programma di iniziative “digitali” con l’adesione alla campagna #iorestoacasa promossa dal Governo. Le iniziative sono state promosse sui canali sociali NAP, utilizzando entrambe le pagine Facebook e Instagram. L’idea nata dall’adesione alla campagna governativa è stata volta, anzitutto, a tenere alta l’attenzione sulla neonata istituzione culturale e già in prima battuta è stato deciso di associare le buone pratiche da tenere nel periodo di quarantena/isolamento associate ad alcuni reperti presenti nel percorso espositivo. Un vero e proprio vademecum sanitario/archeologico associato ad immagine o contesto archeologico perfettamente idoneo al messaggio che si voleva trasmettere. A questo supporto video si è associato fin da subito un quotidiano approfondimento sui reperti facenti parte della collezione: dal cesto in vimini con residui di pece alla grande ancora lignea fino all’unicum rappresentato dal bagaglio del marinaio, una cassa lignea porta oggetti anch’essi presenti ed esposti. É stato realizzato un video preso ispirato ai vecchi caroselli della RAI, con la finalità far emergere l’unicità dei singoli reperti.
Notevole e particolarmente apprezzata è stata l’idea, soprattutto rivolta ai più piccoli in un periodo di difficoltà oggettiva per la sospensione delle attività didattica, della serie “Colora a collezione delle Navi antiche di Pisa”: quotidianamente, sono state pubblicate sulla pagina FB una serie di schede relative a disegni ricavati dalle immagini di reperti, da stampare, per creare un album da colorare, elemento ulteriore che rafforza la missione educativa scelta per l’allestimento.
La pubblicazione del tabellone e delle regole del Duodecim Scripta, gioco da tavola assimilabile all’odierno back gammon, era mirata invece a intercettare anche un pubblico adulto, prendendo spunto dalle pedine della medesima attività ludica presente in area tematica VIII.
Per concludere, l’adesione alle campagne ministeriale del MiBACT #ArTyouReady e #lartetisomiglia e una serie di video a cura di esperti professionisti interni allo staff, relativi a problemi più che attuali come le zoonosi, a cura dell’antropologa del progetto.
Si prevede a breve termine la pubblicazione della rivista ufficiale Gradus e la realizzazione di quiz e sondaggi in vista della riapertura dello spazio.
Sono inoltre in fase di progettazione per le pagine social altri contributi, come quiz e sondaggi, per coinvolgere il pubblico in vista della riapertura.
La crisi sanitaria causata da Covid19 rappresenta sicuramente un rallentamento nello sviluppo del disegno finale che NAP dovrà assumere, tuttavia la lungimiranza della progettazione, l’avanguardistico allestimento saranno un ottimo anticorpo per superare la prova del virus. Non ci fermiamo, abbiamo solo preso la rincorsa.
Uno dei musei più interessanti d’Italia! Grazie!